L’International Mountain Day (Giornata Internazionale della Montagna – IMDnasce nel 2002 quando, a seguito del grande successo dell’Anno Internazionale delle Montagne, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite decise di istituire a partire dal 2003 in via permanente una giornata mondiale dedicata a questo tema, invitando la comunità internazionale a organizzare eventi a tutti i livelli con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle aree montane, per la vita sulla Terra e, a partire dal 2012, per lo sviluppo sostenibile.

Lo scopo di questa giornata è quello di avvicinare il più vasto pubblico possibili alle tematiche socio ambientali legate alle terre alte e alle genti che vi abitano, cercando di attrarre oltre agli “appassionati” di montagna, anche coloro che non sono consapevoli dell’importanza delle montagne per lo sviluppo del pianeta e per il benessere delle popolazioni.

Le celebrazioni cadono ogni anno l’11 dicembre e sono organizzate e coordinate a livello mondiale dalla FAO. Ogni anno si celebra la giornata con una tematica diversa, sempre legata alla promozione della ricchezza della cultura delle terre alte, alla protezione dell’ambiente e delle culture delle genti e delle diverse identità, e ciascuno è libero di interpretarla in modo autonomo con mostre, letture, concerti, conferenze.

Anche il CAI Magenta ha partecipato nei vari anni alla Giornata Internazionale della Montagna con eventi sul territorio che hanno attirato curiosi, appassionati e non solo!

ARCHIVIO DELLE CELEBRAZIONI

Dicembre 2018

Che cos'è la Giornata Internazionale della Montagna?

Il 2002 venne proclamato dall’ONU Anno Internazionale delle Montagne
A seguito del suo grande successo, a partire dall’anno successivo l’Assemblea Generale dell’ONU istituì permanentemente questa giornata, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle aree montane per la vita sulla terra e per lo sviluppo sostenibile. 
Il tema di quest’anno era #MountainsMatter ma, dal momento che si celebrava anche il 100° anniversario della fine della Grande Guerra, il CAI di Magenta ha deciso di ricordare questo evento insieme agli amici Alpini come già tre anni prima.
Occorre anche ricordare che un profondo legame unisce il CAI e gli Alpini, tanto è vero che nel 1919 fu proprio un socio del CAI nonché Alpino, Arturo Andreoletti, ad avere l’idea e a dare la spinta decisiva per la fondazione dell’ANA (Associazione Nazionale Alpini), partecipando anche alla stesura dello statuto.
Così come fu ampia la partecipazione del CAI al conflitto, sia in uomini (molti soci parteciparono in prima persona), sia con altre forme di sostegno, come possiamo leggere sulla pubblicazione “Sui sentieri della Grande Guerra”.

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Dicevamo degli uomini: socio del CAI era anche Antonio Berti, Tenente Medico, di cui riportiamo una frase che useremo come fil rouge:

Inchiniamoci di fronte ad un eroismo che ha onorato la montagna al di sopra di ogni confine di nazione

Insieme a lui proveremo a declinare la parola “eroe” in un modo un po’ diverso da come ci ha abituati la retorica. Berti fu testimone di un episodio molto famoso che vide coinvolto la guida alpina Sepp Innerkofler il 4 luglio 1915 sul Monte Paterno.
Innerkofler che fra i suoi compiti aveva anche la conduzione della Dreizinnenhütte, oggi Rifugio Locatelli-Innerkofler ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo, il 19 maggio 1915 decise di arruolarsi volontario fra gli Standschützen, formazioni territoriali tirolesi e altoatesine nate da nuclei di volontari di tiratori scelti.
Durante un’azione, proprio sul Monte Paterno il 4 luglio, rimase ucciso (ancora non è chiaro se da una pietra lanciata dagli Alpini, o da una pallottola italiana o da una pallottola austriaca), ma quello che è rimasto nella storia è il recupero e la sepoltura della sua salma da parte del portaferiti italiano Angelo Loschi, come viene descritto proprio da Antonio Berti:

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Non si può certo negare che Loschi agì eroicamente. Infatti per il suo atto di pietà, compiuto a rischio della vita, Loschi ricevette un encomio solenne.
Per introdurre il prossimo brano, riprendiamo la frase di Antonio Berti, che si conclude dicendo “al di sopra di ogni confine di nazione”.
Parliamo di Emilio Lussu, alpino, sardo, che combatté con la Brigata Sassari sull’altipiano di Asiago nel 1916, dalla cui esperienza trasse un libro molto interessante, Un anno sull’altipiano.

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Ora, con un salto di un secolo, passiamo ad un brano molto più recente, comparso sul numero di maggio della nostra rivista Montagne 360 a firma del suo direttore Luca Calzolari, che riprende, attualizzandolo, il tema dell’eroismo

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In un articolo successivo (settembre), Calzolari ci informerà che Benoit è stato poi assolto in quanto “per la Corte Costituzionale francese (…) offrire assistenza è in sintonia con la Fratellanza, principio cardine del diritto transalpino”.
E sempre più questo problema ci si porrà nel futuro se, come si dice nello stesso articolo, secondo uno studio di marzo 2018 della Banca mondiale, entro il 2050 gli spostamenti dei “migranti climatici" (e così ci ricolleghiamo al tema della Giornata Internazionale della Montagna) riguarderanno 143milioni di persone.
Per il CAI (sono ancora parole di Calzolari) “le montagne sono cerniere e non barriere tra gli uomini perché la montagna - e chi la frequenta - incarna valori e princìpi di fratellanza, solidarietà e umanità. Sono (e restano) un luogo d'incontro, di socializzazione, di accoglienza, di spiritualità. Allora per chi crede che la montagna sia portatrice di questi valori umani, il significato di cerniera diventa anche la capacità di opporsi concretamente alle barriere della disumanità, sostenere e dare vita a esperienze virtuose di dialogo e accoglienza”.
E nel solco di questa solidarietà il CAI Centrale ha dato vita ad una iniziativa volta a finanziare la ricostruzione delle opere umane distrutte dal ciclone che si è abbattuto sulle montagne del nord est qualche settimana fa, così come fatto con le zone terremotate dell’Italia centrale di un paio di anni fa, iniziativa a cui anche la nostra Sezione ha partecipato.

Nel corso della serata sono stati omaggiati del distintivo dei venticinque anni di iscrizione i seguenti soci: Raffaele Caliri, Lorenzo Ceruti, Giancarlo Iulianis, Roberto Ravanelli, Andrea Gatti, Emiliano Calcaterra, Maria Luisa Lanticina e Erica Dameno.

Foto della serata

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